09 settembre 2007

"Nati l'11 settembre"



Mancano due giorni all'anniversario dell'11 settembre e redazioni, studi televisivi, scrittori, rispolverano come ogni anno l'attentato alle Torri Gemelle per non dimenticare. Le grandi cesure storiche richiedono una chiacchierata con la memoria e Ground Zero, per la sua contemporaneità, ha bisogno di un ricordo che deve essere riacceso, ma anche aggiornato e talvolta rielaborato alle radici. Si tratta di un passato recente sul quale, come su un tavolo da lavoro, stiamo costruendo un'interpretazione comune che spesso genera una morale condivisa. Proprio per questo, l'uso della ricerca, di nuove fonti e interrogativi, sono attrezzi senza i quali rischiamo di arenarci su mezze verità e distorsioni, nonché su conoscenze mediocri, facendo inoltre della memoria un'inutile momento di retorica. Ieri, leggendo il giornale, alla terza pagina ho trovato un articolo che annuncia l'uscita di un libro firmato da Giovanna Pajetta: "Nati l'11 settembre". Esso risveglia il ricordo del crollo delle Torri, lo arricchisce, ne reinventa la prospettiva rimettendo l'attentato di quel giorno alla penna dei bambini. Ne nasce un'elaborazione del lutto che, sullo stralcio del libro pubblicato dal Manifesto, risulta adulta ed innocente insieme, emblema di un'infanzia vissuta tra giocattolo e conflitto globale. Leggendola sono rimasta attonita e un pò disarmata, perché Massimialiano, a soli unidici anni, ricordandosi ci ricorda tutti un pò. Per questo, ho deciso di copiarvi di seguito le sue Twin Towers...

"Era il mio primo giorno di scuola elementare, sono arrivato a casa con Sara, la mia tata, mi sono buttato sulla poltrona e ho acceso la tv perché volevo vedere Dragonbal. Ho visto questa cosa, ho provato a cambiare canale ma c'erano sempre questi due palazzoni, uno era pieno di fumo e mentre guardavo ho visto qualcosa, all'inizio non è che si capiva bene che era un aereo, che piombava addosso a quell'altro. A quel punto però mia madre si è agitata un casino, mi ha detto "Max, alzati di lì, adesso la televisione la devi lasciare a me", però invece si è messa a telefonare a tutte le sue amiche e tutti i suoi amici e gli diceva "accendete la tv, sono cascate le Torri Gemelle!" Io non è che capissi tanto, ero piccolo, avevo appena sei anni, qualcosa ho chiesto, volevo capire cosa era successo a queste gemelle, ma lei non mi ha risposto, diceva solo "stai buono, aspetta un attimo, non è il momento". Allora io sono andato a portare a spasso il cane. Poi quando sono tornato, c'era sempre questa cosa in tv e allora me ne sono andato in camera mia a giocare con i pupazzetti.

I giorni dopo a scuola le maestre ne hanno parlato un pochino in classe, non tanto con noi però, discutevano molto tra di loro. Qualcosa ci hanno spiegato, ma era una cosa difficile da capire, io per esempio all'inizio credevo che gli aerei fossero cascati, non pensavo mica che l'avessero fatto apposta. Qualcuno me l'ha detto, ma io non capivo proprio perché farlo. Anche adesso, si lo so che l'hanno fatto perché ce l'avevano con l'America, ma farsi esplodere per uccidere così tante persone, a me sembra una cosa da scemi. Poi in classe ci hanno chiesto se volevamo disegnare quel che era successo e ho fatto queste due torri grigie con tutto il fumo e il fuoco. Non è che mi sia venuto tanto bene però, io non sono tanto bravo a disegnare. Dopo, quando ero più grande, e avevo sette o otto anni ho capito cos'era stato. Anche se in realtà non è che so ancora bene se quelli lì, mi pare fossero due afgani, avessero minacciato i guidatori col coltello per obbligarli a buttarsi contro le torri o se invece guidavano loro l'aereo.

Comunque io quella volta lì non ho avuto paura, certo mia mamma era così agitata, ma non è che mi sia spaventato per davvero. Anche quando c'è stata la storia di Madrid, che sono esplosi 50 treni con su tutta la gente che andava a lavorare e io non avevo capito che c'entrava con le due torri, perché credevo che l'avesse fatta Saddam Hussein, non mi faceva così impressione. Ma dopo, per Londra, allora si che ho avuto paura. Non volevo più prendere la metropolitana. Soprattutto non volevo che la prendesse mio padre. Perché molto spesso io ho più paura per gli altri che per me stesso, soprattutto per papà, penso che gli possa succedere qualcosa mentre io non ci sono. E io a quel punto credevo davvero potessero fare qualcosa anche qui, su tutti i telegiornali dicevano che Roma era la città a maggior rischio, infatti ci hanno anche provato, alla stazione Termini hanno intercettato la telefonata di uno che voleva farsi esplodere. Poi a Londra avevano messo una bomba nel loro Mp3 e un'altra nella lattina della Coca, voleva dire che allora lo possono fare con qualsiasi cosa. Quei giorni lì ho sognato che andavo ad aprire alla porta e c'era uno che si faceva esplodere davanti a me.


La verità è che questa cosa non finirà, come la guerra in Iraq. Perché poi è la stessa cosa, anche il terrorismo fa sempre parte della guerra, è sempre un bombardare anche se non lo fanno dall'alto. Anzi è peggio, perché se lo fai con gli aerei ammazzi meno gente, magari una bomba finisce che so su un terreno disabitato, invece se ti fai esplodere hai già un piano, vai prprio dove ci sono molte persone, è un gesto molto più brutto. Morte e distruzione, questo è la guerra, e si fa per motivi stupidi che non si riescono a risolvere con le parole.
Noi in casa la pensiamo tutti così, e per questo abbiamo anche messo la bandiera della pace attaccata al balcone, non che servisse a molto però era un simbolo, aveva anche tanti bei colori ed era giusto comprarla perché bisogna sempre incitarla la pace. Alla manifestazione no, non ci sono andato, perché volevo andare al cinema a vedere il Signore degli Anelli, era appena uscito l'episodio delle due Torri. Però c'è stato un perido che guardavo abbastanza spesso il telegiornale perché volevo sapere come andava a finire. Poi adesso ho smesso, si vedono sempre le stesse cose, guerra, bombe, persone uccise. Il Tg è così, fanno solo vedere morte, soldi e politica. Non è che ti dicono mai cosa si dovrebbe fare. Credo che non lo sappiano nemmeno loro, perché l'unica cosa sarebbe ucciderli tutti questi qui che mettono le bombe, ma è una cosa che non si fa, che non si deve fare, sarebbe la cosa più brutta del mondo. E' per questo che non finirà, anzi io penso che adesso ci siano ancora più probabilità che mettano delle altre bombe, proprio perché quando i sospetti sono al minimo, qaundo si comincia a dire che non succederà più, è allora che loro colpiscono. Come è successo a Madrid o a Londra."




WhiteRabbit

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