Ci sono storici che sulla carta giocano con le lancette del tempo, le girano con la penna che si ferma nel secolo che più le piace per sbirciarlo un pò. Ci sono scrittori che guardano arrabbiati, stufi, appassionati alla loro epoca, che alla fine diventa l'amante dei loro libri, i quali ne parlano in tono fiabesco ed estasiato, o cupo e pessimista. Ci sono artisti che hanno il sangue della guerra, e la terra umida degli scontri, a portata di tela e pennello. E poi c'è una storia che puzza di vernice e bassi fondi, che sa di portafogli squattrinati e fughe in vicoli stretti. Una storia che è un urlante trip di colori, che sfacciata si è attaccata ai vagoni delle metropolitane americane e ha "martellato" il muro di Berlino per vent'anni al posto dei picconi. E' la storia scritta dalle bombolette a spray, che nell'Irlanda del Nord hanno combattutto i Troubles sui muri. Esse si nascondevano come clandestine fedeli nelle tasche di cattolici e protestanti, aspettando di "sparare" colore sul grigiore di Belfast, Derry e Armagh, volontarie di latta ora dell'IRA (Irish Republican Army), ora delle forze lealiste.
Tutto cominciò all'inzio del XX secolo, quando gli unionisti realizzarono i primi murales che, rifacendosi alla battaglia di Boyne, simbolo della vittoria del re protestante Guglielmo III contro il re cattolico Guglielmo II, ringhiavano ai cattolici di stare al loro posto. Il 12 luglio 1690, giorno della vittoria, riuniva parate di orangisti che marciavano in fila a Belfast e in tutta l'Irlanda del nord al seguito di bande paramilitari, per ricordare alla frangia cattolica la sua subordinazione sociale. Gli orangisti sono quei protestanti che, per mantenere i loro provilegi economici, si riunirono in una società semisegreta conosciuta appunto come l'Ordine di Orange. Fondata nel XVIII secolo dalla classe media anglo - irlandese, la società doveva resistere alle richieste di indipendenza ispirate a quella francese o americana, da parte di cattolici e protestanti. L'ordine era riservato solo a quest'ultimi e, quando l'unionismo divenne un'ideologia politica, rappresentò una protezione per industriali ed operai, senza contare che alla fine degli anni '40 nessun politico favorevole all'unione poteva aspirare a una carica se non ne era membro.
I murales repubblicani invece, risalgono all'inizio degli anni '80, quando i prigionieri politici dell'IRA e dell'INLA (Irish National Liberation Army), carcerati nel blocco H della prigione di Maze, giunsero allo sciopero della fame per ribellarsi al tentativo inglese di trattarli alla stregua di criminali comuni. Per quattro anni avevano rifiutato di indossare le uniformi della prigione e per oltre due si erano vestiti solo di una sottile coperta , arrivando a mangiare e dormire nella loro stessa sporcizia e fetore. Le guardie avevano usato più volte macchine a vapore per disinfettare le celle, ma gli alloggi finivano sempre col tornare puzzolenti. Il primate irlandese cardinale Tomas O Fiach, come altre personalità della Chiesa cattolica, cercò di smuovere gli inglesi perché facessero qualche concessione ai prigionieri, ma Margaret Thatcher, tenendo fede a chi l'apostrofava Lady di ferro, fu inflessibile sull'argomento. Intanto l'IRA aveva iniziato una campagna a favore dei detenuti dichiarando le guardie carcerarie bersagli legittimi. Vista la situazione, i capi dei prigionieri decisero per lo sciopero della fame fino alla morte. La crisi fu raggiunta nel Natale del 1980, quando uno dei detenuti, Sean McKenna, iniziò ad entrare e uscire dal coma. Allora apparve un documento del governo inglese: un compromesso rispetto alle richieste dei prigionieri che, seppur pieno di imprecisioni, fu sufficiente a sospendere la protesta e a salvare la vita di McKenna. L'ambiguità del documento però, era tale che si considerò la protesta fallita e ciò significava riprendere lo sciopero. Fu allora che Bobby Sands guidò i prigionieri nell'impresa. Operaio ventisettenne, che si era arruolato nell'IRA dopo esser stato cacciato con la sua famiglia da Belfast nord a causa dei lealisti, Sands era un poeta autodidatta, compositore di canzoni e brillante giornalista. Era stato prigioniero con Gerry Adams, il leader dell'IRA di cui condivideva la dottrina, ed era riuscito a guadagnersi la fiducia dei colleghi carcerati con lui. Cominciò a rifiutare il cibo il 1° marzo dell'81 e finì col morire nelle prime ore del 5 maggio, mentre la sua scomparsa veniva accompagnata dal suono delle bottigle molotov lanciate dai dimostranti, e dallo schiocco delle pallottole di plastica sparate dalla polizia e dall'esercito a Belfast. Il funerale di Sands costituì una tra le più grandi dimostrazioni politiche a memoria d'uomo, con migliaia di nazionalisti provenienti da tutto il paese.
Questa, la vernice delle prime bombolette di storia spruzzate per le strade irlandesi, che da allora sembrano le scrittrici di un editore di vernice, impegnate ancora oggi ad assegnare colori a più di un secolo di conflitto, per pubblicare sui muri la loro "Irlanda Spray".
06 settembre 2007
"Irlanda Spray..."
Pubblicato da WhiteRabbit alle 06:52
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