A Rimbaud...
"Dama di Inchiostro, girovaga estasiata nella tua torre d'avorio, mentre volteggi durante il ballo che la tua bianca testolina danza coi pensieri che, sei certa, faranno grande la tua carta e te stessa. Tu, che bevi vino con la Lira, quando stringi la piuma sei come un amante che lascia cadere i veli della sua vestaglia, dandoti completamente nuda a Calamaio. Egli ti aspetta sullo scrittoio mai sazio delle tue parole, poggiato su fogli che sono come lenzuola che odorano di china. Essa è pari al sudore che il corpo effonde quando si torce in atti che lo disinibiscono, poiché è così che sono i tuoi versi mentre si abbandonano sulla pergamena finché, consumata per quella notte, giaci sul tuo baldacchino cosparso di foglie di alloro. Allora dormi, e sembri un pallido canto morto sul quale la luce delle candele inizia a sbadigliare.
Vorrei che ti fossi spenta durante una di queste notti, prima che il giudizio altrui arrivasse a strapparti dalla tua torre per vendere te, e l'Inchiostro che amavi come una suora voluttuosa, al mercato della mediocrità, dove vi hanno dato via per soli due soldi. Allora hai schernito Inchiostro, lo hai chiamato traditore, essendosi lasciato amare per versi che si erano rivelati simulacri d'arte. Dopo qualche tempo lui si ammalò, e infine cominciò ad ansimare per una tua frase, ridotto ad agonia da quando non scrivevi, mentre tu, incapace di rivivere il rischio letale della vostra passione, continuavi ad uccidervi. Tutto finché, giunti ad uno stadio terminale, vi hanno portati alla "clinica del fallimento", dove in poche ore tu sei perita con Inchiostro, traditrice sua e di te stessa..."
21 settembre 2007
"La Dama di Inchiostro..."
Pubblicato da WhiteRabbit alle 17:24
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