23 gennaio 2008

"Una penna maliziosa?"



17 Gennaio. L'anno accademico della Sapienza è ufficialmente iniziato seppur, con grande rammarico, la conoscenza non è stata benedetta nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...
Presi da quel rammarico, media e politici, hanno preparato un bel pacchetto intolleranza per tirare su il morale del Papa, martire della censura e di una violenza vergognosi. In quel pacchetto, della protesta di questa settimana, è stato buttato dentro tutto. Marcello Cini e la sua lettera del 17 novembre, i 67 docenti che l'hanno sottoscritta, la frocessione, i collettivi, la Rete autoinformazione, nonché bombolette a spray e musica elettronica. Così, son finiti là alcuni punti nodali della questione, quelli che trattenevano i valori del dissenso e che, giornale qua, dichiarazione là, se ne stanno sviliti nel pacchetto del disvalore.

Parlo, in particolare, delle ragioni che hanno spinto i docenti, primi tra tutti, a disapprovare l'iniziativa del rettor Guarini, incapaci di avere Galileo, ma soprattutto la laicità, sulla coscienza. Rèi di aver criticato la forma dell'intervento, previsto come una lezione senza possibilità di confronto, e il giorno del suddetto, quello di inaugurazione dell'anno accademico. In questo momento rappresentativo, che nei Lumi si specchia e riconosce, un intervento del Pontefice appariva come una negazione di quel riflesso, una distorsione dalle implicazioni troppo compromettenti. Un attacco, quindi, non all'intervento di Benedetto XVI in quanto tale, e una spinta a invitare il capo della Chiesa in un giorno neutrale, fedelmente a quanto accaduto in passato con i suoi predecessori. Pure, la scelta del rettore, non si è dimostrata condita di troppo buon senso. Così eccoci qui, a riscattare J. Ratzinger,con il pacchetto e l'allegato clima da fiaccolata.

Una penna maliziosa, analizzando questa sfuriata tra ragione e fede, si appunterebbe da qualche parte di aver colto qualcosa di strano...
Strana, anzitutto, le sembrerebbe la generosa ingenuità del Rettore. La sua scelta, di per sè audace dal punto di vista simbolico, risulta quasi inverosimile, a meno che questi vieti al cervello di prendere aria per fare un giretto nel passato recente. In questo passato, la ragione ha dovuto ingoiare più di un tranquillante, a partire da quanto accaduto a Ratisbona. La lectio magistralis del Pontefice, infatti, spiegava chiaramente come la fede e la conoscenza dovessero necessariamente compenetrarsi a vicenda. Di più, la scienza medica è uscita sfiancata da questo ultimo anno, nel quale diritti come il testamento biologico, l'eutanasia e l' aborto, hanno subito l'attacco di idee castranti per la loro approvazione. La laicità è stata sbeffeggiata dal dibattito sui pacs, poi diventati dico e poi...
Le pecorelle quindi, quest'anno più che mai, hanno difeso il loro smarrimento. Difficile pensare che alla Sapienza, città di collettivi politici oltre che di studio, storicamente ventre di contestazione, avrebbe regnato la pace ad una visita del Papa, a maggior ragione se proposta in questi termini e con simili precedenti.
Ridicolo, soprattutto perché, già da novembre, Marcello Cini, e al seguito suo gli altri docenti, avevano dato un forte segnale di disagio. Segnale arrivato anche dai membri del Senato Accademico, determinanti in casi come questo, e verso i quali Guarini ha seguito la politica del "Non ti curar di loro" che,del resto, è stata la medesima da ottobre ad oggi.

La stessa penna maliziosa, a questo punto, prenderebbe nota di una cosa ancora più strana: un interrogativo irrisolto. Essa, infatti, non saprebbe scrivere quali siano stati i vantaggi tratti dal rettore in questa storia, poiché, almeno in superficie, parrebbe uscito dalla vicenda solo con una reputazione da rottamare. Allora, riflettendo sui vantaggi, annoterebbe la cosa più strana di tutte: tranquillante o no della ragione, la Chiesa avrebbe nuovamente affermato il suo conservatorismo e, stavolta, proprio nella casa del progresso. Se la visita si fosse svolta come previsto dall'invinto, infatti,l'Illuminismo, e quindi la laicità, ne sarebbero usciti più che mai intossicati, simbolicamente, e non solo. Alla fine però, il Pontefice ha potuto strumentalizzare l'azione dei movimenti, spesso vittime di una rude contestazione e, in questo caso, di poca lungimiranza politica. L'invinto all'università infatti, poteva essere un'occasione per mettere in discussione i valori ecclesiastici proprio nel luogo in cui sono più deboli, almeno formalmente. I movimenti però sono caduti nel tranello.
Così, dopo i festeggiamenti a piazza S. Pietro per la vittoria simbolica, si è tornati al lavoro per dar contenuto alla simbologia, stilando qualche dictat per questa Italia a coriandoli.
La penna maliziosa, adesso, si chiederebbe se quel "Non ti curar di loro" possa aver trovato il suo consigliere in un Virgilio in mala fede... Ma dopotutto si sa, alle penne malizione non bisogna mai dar retta...





WhiteRabbit

2 commenti:

Unknown ha detto...

La mia, di malizia, mi ha portato a supporre che il "Magnifico" Rettore abbia invitato il Papa per farsi un pò di pubblicità positiva dopo i vari parcheggiopoli/concorsopoli...
La pubblicità se la è fatta, ma non troppo positiva. Almeno questo!

WhiteRabbit ha detto...

Si, è qualcosa su cui ho riflettuto anche io.

In un suo editoriale di domenica, Scalfari, ipotizzava che per Guarini questa fosse stata una mossa per farsi rieleggere.

Tuttavia, mi sembra una tesi un pò anomala. Ottenere un simile effetto appare un pò difficile con una scelta che poteva risultare facilmente impopolare.
Questa possibilità era abbastanza palese, bastava buttare un occhio al passato. Guarini non pare averlo fatto,ma a suggerirgli che stava andando dalla parte sbagliata c'era stato il dissenso del Senato Accademico e quello dei docenti.
I segnali di malcontento si levavano e lui ha fatto finta di non vederli.

La cosa strana è che non poteva permettersi un altro passo falso dopo quella figlia, finto architetto, parcheggiata nel posto sbagliato. Stava chiaramente rischiando e non ha arretrato. Infatti, come volevasi dimostrare, tolleranza o no, la sua scelta è stata pressoché unanimamente condannata.
Allora, a meno che non ci sia qualcosa sotto, Guarini può essere solo due cose: un ingenuo imbarazzante o un autolesionista...

Ti ringrazio per essere passato e aver lasciato il tuo commento =)

A presto!